lunedì 18 maggio 2015

THE END: back to sleep




Alcuni anni dopo.


Le autorità di New London hanno dato ordine di evacuare la città. Ormai è troppo pericoloso rimanere ammucchiati in un unico, grande centro abitato: la popolazione civile verrà smistata nei bunker sotterranei che si stanno dando pena di costruire in fretta e furia per tutte le campagne del pianeta.
Gli imperativi sono due: costruire delle fosse abbastanza profonde da resistere ad un incidente nucleare e stiparle di viveri a sufficienza per far sì che i civili, con le opportune razioni, possano sopravvivere fino a 24 mesi senza dover mai uscire dalla propria stazione di salvataggio. È così che le chiamano. Cosa sarà di loro una volta finite le provviste, è nelle mani di Dio.

Harvey Morgan pensa al suo conto in banca mentre attraversa i corridoi di Serenity House. Non avrebbe mai immaginato di morire povero. Ma è ovvio che non ci possano essere bunker per tutti. Certo, il governo promette tutti i giorni di costruirne altri, ma per ora avere un posto dove nascondersi costa caro. Sopravvivere, in fondo, è sempre stata una cosa da ricchi.

Serenity House è un via vai di parenti, infermieri e medici concitati. La struttura verrà chiusa a breve; tutti i familiari sono stati informati del fatto che devono riprendersi i vecchi dementi che avevano gentilmente scaricato in una delle più lussuose ed esclusive case di riposo di Manhattan. E alla svelta, anche.

Harvey Morgan Senior lo aspetta su una sedia a rotelle in una stanza piena di luce al trentesimo piano del grattacielo. Non che sia così vecchio. Probabilmente avrebbe potuto reggere meglio la demenza se avesse evitato di calarsi ogni striscia di blast disponibile a Manhattan, nei suoi golden days.
Un filo di bava gli pende dalla bocca, incastonandosi fra la barba sfatta.
Il dottor Morgan immagina che non valga la pena inoltrare le sue rimostranze.
Senza badare al padre più di quanto baderebbe ad un soprammobile di cattivo gusto, esce sul piccolo balcone su cui si affaccia la stanza del vecchio.
Si accende una sigaretta.
Di fronte a lui, il cielo grigio di New London è puntellato di esplosioni e neri rivoli di fumo. Le incursioni dei Marauders in quello spezzone di cielo si sono fatte di giorno in giorno più frequenti. Sarà bene affrettarsi.

Il dottor Morgan sospinge la carrozzella verso il balcone.
Per qualche secondo prende in considerazione l'idea di sprecare qualche ultima parola - per maledirlo fino alla fine dei tempi o forse assolverlo; ma poi si limita a fare spallucce e scaraventare il padre giù dalla finestra. Rapido, pulito, quasi indolore. 
Un ultima boccata di fumo, prima di gettare di sotto anche la sigaretta.
Si sistema la cravatta prima di uscire dalla stanza e dirigersi verso le scale antincendio.


Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe servita la fine del mondo per riuscire finalmente a far dormire come un sasso Harvey Morgan?

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