giovedì 29 maggio 2014

*** fear

Esce dall'acqua della piscina, va negli spogliatoi per una doccia, si veste, raggiunge la sala dove servono la colazione a buffet. Riempie il piatto di uova strapazzate e pomodori, o almeno di qualcosa che ha la forma di uova strapazzate e pomodori, e riempie un bicchiere di succo di mirtilli rossi, o almeno di qualcosa che ha il colore di succo di mirtilli rossi.
Poi si siede, apre il pad, legge le notizie della cronaca cittadina e poi di quella interplanetaria, ed è allora che apprende della scomparsa di Lee.
Legge l'articolo due volte, poi chiude gli occhi, respira, decide il da farsi in dieci secondi, perché Harvey Morgan decide sempre il da farsi in dieci secondi, non uno di più, non uno di meno.
Apre di nuovo il pad e digita il numero di telefono di Emma, si informa, offre una piccola ricompensa. Poi rintraccia l'autore dell'articolo e chiede di incontrarlo, e nel momento in cui l'accordo è preso, si rende conto che ha finito le cose che è in suo potere fare per aiutare Elian Chernenko.
Questo lo fa sentire arrabbiato, molto arrabbiato, talmente arrabbiato che ingurgita la sua colazione senza neanche sentirne il sapore (non che ce ne sia granché) e si rituffa in piscina per nuotare finché i polmoni non gli esplodono ed i muscoli non implorano pietà.
Allora torna nella doccia ancora una volta, si riveste, esce dal circolo e fa una terza chiamata, prenotando un appuntamento con un'accompagnatrice della Shouye.
Si infila nei suoi appartamenti ed aspetta che questa dolce ragazzina orientale gli risucchi via ogni patema d'animo, ed alla fine è talmente svuotato e privo di energie che subito prima di addormentarsi si trova a provare controvoglia un'emozione che lo frustra nel profondo: paura.