sabato 18 ottobre 2014

monsters build mean robots / launching rockets into the air

Ottobre 2516
Capital City


È intrappolata sotto le macerie da circa venti ore. I soccorritori la alimentano per mezzo di una piccola sonda attraverso cui passa una soluzione zuccherina che può tenerla in vita per giorni. Ha freddo ed una caviglia spezzata. Sopra di lei, oltre il buio polveroso ed instabile, ci sono molti metri di detriti di cemento armato - ha aiutato uno dei pompieri a legare una spessa corda attorno ad una delle anime di ferro che stanno dalla sua parte. Kelly Parker ha sette anni e quattro mesi, ma in questo momento è la bambina più coraggiosa con cui Harvey Morgan abbia mai dovuto lavorare.
Non che lui abbia mai lavorato con i bambini. Lui non lavora con i bambini, per principio. I bambini gli incutono un timore viscerale ed acuto, uno di quei timori che puoi gestire soltanto calandoti una dose eccessiva di farmaci per stenderti a letto e risvegliarti solo quando la paura ti sarà passata.
L'unica cosa che connette Kelly Parker al resto del mondo è una frattura fra le macerie larga più o meno tre dita. Le hanno calato giù un c-pad, spiegato attentamente come usarlo, e adesso lei ed Harvey sono costantemente in contatto, separati soltanto da un muro di pietra dura. 
Talvolta Harvey deve lasciare l'auricolare ai genitori di Kelly, e per questo li odia. Si dice che li odia per via dell'isterismo della madre, che ha l'unico effetto di destabilizzare la bambina, di farle perdere il senso delle cose importanti a cui deve pensare - cioè se è sempre abbastanza idratata, se gli arti sono posizionati comodamente, se ha la sensazione di perdere sensibilità nel piede rotto.
Kelly ed Harvey parlano incessantemente da otto ore e ventisette minuti. Intanto, gli ingegneri studiano i carichi e le soluzioni per rimuovere appena lo stretto necessario per recuperare la bambina senza rischiare di farle franare tutto addosso. Harvey le racconta dettagliatamente della pesca dei black marlin nelle acque di Castro, a New Melbourne. Kelly lo riempie di domande, a cui Harvey risponde con tutta l'onestà di cui è capace - lui non crede in Dio, ma se mai dovesse esistere un inferno, senz'altro accoglierebbe le anime di coloro che hanno osato mentire ad una bambina.
Ci ha messo parecchio per instaurare un buon feeling con Kelly; ci vuole tutta la sua abilità per mantenerlo intatto. Le racconta ogni cosa, dal principio, finché non decide che può affidarsi a questa voce sconosciuta e farsi condurre attraverso la più spaventosa esperienza della sua vita.

Kelly Parker viene estratta viva dalle macerie cinquantuno ore dopo l'attacco.
Quando Harvey Morgan la vede per la prima volta, questa coraggiosa bambina ricoperta di polvere grigia, scoppia a piangere. 




domenica 31 agosto 2014

{ interludi }

Castro, New Melbourne


Non pensava di fermarsi a Castro per tutti quei mesi. 
New Melbourne è un piccolo pianeta dimenticato da Dio nei recessi dell'Outer-Rim, nelle cui campagne quasi nessuno ha l'acqua corrente in casa e assolutamente nessuno l'elettricità. 
Castro è la capitale, nonché il centro urbano più avanzato e popoloso. C'è anche un piccolo spazioporto, ed è lì che Harvey è atterrato su consiglio di un ragazzo tutto muscoli conosciuto su Whitmon.
Se ti piace davvero il mare, gli ha detto, se ti piace davvero il mare, allora devi visitare New Melbourne. 
E New Melbourne fu.
All'inizio la scelta più ovvia fu quella di alloggiare nell'unico albergo degno di questo nome, un posto per turisti molto più dimesso e malandato di quanto Harvey potesse aspettarsi.
Su Castro batte sempre un sole cocente ed umido, che trapunta di riflessi diamantini l'azzurro del mare infinito. 
Non è facile spiegare come sia finito a vivere nella baracca di Paco.
Paco, pescatore, maraqueno d'origine, figlio di una delle poche famiglie bene di Richleaf, illustri studi ad Eleria, e poi la fuga su New Melbourne, lui e la sua barca e le sue canne da pesca. 
Ci viveva ormai da trent'anni, nella periferia di Castro. 
Tutti i giorni Paco esce a pescare, e qualche volta resta fuori per la notte. Harvey ci mette molte settimane a farsi convincere a restare in barca per più di un paio d'ore, ma alla fine scopre che la pesca selvaggia, l'inseguimento attraverso le onde feroci, la cattura ed il sangue, gli danno una strana eccitazione ferina che lo incanta. 
Paco ha una decina d'anni più di Harvey. Si sono incontrati in un bar. Bevevano lo stesso drink.
Non che il dottor Morgan potesse restare granché a lungo a vivere nella miseria lurida della campagna di Castro. Ha insistito a lungo perché Paco lo raggiungesse su Horyzon. Potresti portare la tua barca con te.
La risata di Paco gli risuona ancora nelle orecchie mentre l'astronave si alza in volo attraverso l'atmosfera tropicale di New Melbourne.

sabato 7 giugno 2014

nightmares

Quando si mette a letto dopo la seduta con Elian, sa che non chiuderà occhio nonostante la doppia dose di sonniferi che si è fatto sciogliere sotto la lingua pochi minuti prima, e che gli hanno lasciato in bocca un sapore dolciastro, di decomposizione.
Invece si sente scivolare verso il sonno quasi immediatamente e fa a stento in tempo ad esserne grato prima di sprofondare negli incubi.
Solo che non è un incubo. 
È un pomeriggio invernale, sua figlia è intabarrata in un cappottino grigio che la fa sembrare la bambolina che è. Sono tre giorni che non si leva dalla testa la tiara di perline di plastica che Rodney le ha regalato senza nessun motivo. La stai viziando, gli dice Harvey quella sera, e finiscono a discutere animatamente dell'educazione della bambina, che adesso ha sei anni ed ha cominciato da qualche mese la scuola di primo grado. Poi sono in macchina, lui sta guidando. La meta è un parco a qualche minuto di distanza da casa.
Avrebbero potuto andare a piedi, ma fa freddo e le strade sono ghiacciate e c'è pericolo di scivolare.
Andare al parco, scelta numero uno. Andare al parco in macchina, scelta numero due.
Nel sogno non riesce a ricordarsi di che colore è la carrozzeria della macchina. Ci pensa intensamente, sa che è fondamentale ricordarsi il colore della macchina. È distratto, la presenza di sua figlia al suo fianco vacilla come una luce tremula. Come è possibile che mi sfugga il colore della mia macchina, pensa Harvey. Questa macchina mi appartiene, l'ho pagata con i miei soldi, la guido tutti i giorni per andare a lavoro. La conosco perché è mia, è mia perché la conosco. Eppure non riesco a ricordarne il colore e più ci penso più sono incerto sulle sue forme, sulla lunghezza, vorrei girarmi per controllare i sedili posteriori, ma non posso, perché devo tenere gli occhi sulla strada, devo tenere gli occhi aperti sulla strada, non devo chiudere gli occhi, non devo, non devo, non devo, non devo. 
L'istante dopo, il buio. Il buio rotto solo dall'immagine tremula di sua figlia piangente, un paio di giorni prima, quando Harvey ha cercato di levarle la tiara per lavarle i capelli, e lei ha cominciato a piangere disperata, disperata come nessuna bambina dovrebbe mai essere disperata, disperata per la sua tiara di plastica, la tiara che, ovviamente, Harvey le concederà di tenere.
Si sveglia di soprassalto sette minuti dopo essersi addormentato. Gronda sudore freddo da ogni poro della pelle e, con l'immagine di Lucille in lacrime stampata nelle retine, anche Harvey Morgan scoppia a piangere.


giovedì 29 maggio 2014

*** fear

Esce dall'acqua della piscina, va negli spogliatoi per una doccia, si veste, raggiunge la sala dove servono la colazione a buffet. Riempie il piatto di uova strapazzate e pomodori, o almeno di qualcosa che ha la forma di uova strapazzate e pomodori, e riempie un bicchiere di succo di mirtilli rossi, o almeno di qualcosa che ha il colore di succo di mirtilli rossi.
Poi si siede, apre il pad, legge le notizie della cronaca cittadina e poi di quella interplanetaria, ed è allora che apprende della scomparsa di Lee.
Legge l'articolo due volte, poi chiude gli occhi, respira, decide il da farsi in dieci secondi, perché Harvey Morgan decide sempre il da farsi in dieci secondi, non uno di più, non uno di meno.
Apre di nuovo il pad e digita il numero di telefono di Emma, si informa, offre una piccola ricompensa. Poi rintraccia l'autore dell'articolo e chiede di incontrarlo, e nel momento in cui l'accordo è preso, si rende conto che ha finito le cose che è in suo potere fare per aiutare Elian Chernenko.
Questo lo fa sentire arrabbiato, molto arrabbiato, talmente arrabbiato che ingurgita la sua colazione senza neanche sentirne il sapore (non che ce ne sia granché) e si rituffa in piscina per nuotare finché i polmoni non gli esplodono ed i muscoli non implorano pietà.
Allora torna nella doccia ancora una volta, si riveste, esce dal circolo e fa una terza chiamata, prenotando un appuntamento con un'accompagnatrice della Shouye.
Si infila nei suoi appartamenti ed aspetta che questa dolce ragazzina orientale gli risucchi via ogni patema d'animo, ed alla fine è talmente svuotato e privo di energie che subito prima di addormentarsi si trova a provare controvoglia un'emozione che lo frustra nel profondo: paura.

venerdì 25 aprile 2014

--- / work in progress, prologue

DANGEROUS FEELINGS
il primo romanzo del dr. Harvey J. Morgan


Questa storia è un'opera di fantasia. 
Ogni riferimenti a fatti o persone reali è puramente casuale.


PROLOGO

Quando conobbi Ezra Crane Elias Johnson, non sapevo in quale abisso di violenza mi avrebbe trascinato nei mesi a venire.  
Mi chiamo Harvey Morgan Henry Morrigan, di professione psicologo chirurgo, e sto per raccontarvi una storia vera - una storia che inizia in un quartiere povero di Sunset Tower Labour Town e finisce in un appartamento di Capital City Gandhi intestato alla Shouye Bluebarry Corporation.
Elias nacque venticinque anni fa su Safeport Meili...
  

sabato 12 aprile 2014

to know what a person has done, and to know who a person is, are very different things.

Sai come funziona, Junior: chiudi gli occhi, stai tranquillo, finirà presto, come sempre.
Hai studiato la violenza per tutta la vita, non sarà un ragazzino dai capelli rossi a far accelerare i battiti del tuo cuore. Sai che non intende ucciderti. Non che importi nulla, in realtà. Ma domani ti sveglierai e sarai ancora fra noi in questa valle di lacrime, e non sarà cambiato niente. A parte la giacca. Tutto quello che indossi è da buttare, sporco di sangue e polvere e sudore acido.
Pensa, Junior: sei in un posto mille miglia lontano dal sapore oleoso del silenziatore che ti ha incastrato in gola, così a fondo da farti venire voglia di vomitare, e mille miglia lontano dalle dita che ti esplorano tuo malgrado. Pensa a quello che ti sta dicendo. Adesso il messaggio è chiaro. Non che te ne importi niente, del messaggio, a ben pensarci. L'unica cosa su cui riesci a focalizzarti è il flusso del sangue che ti attraversa la spalla, e la sensazione della camicia bagnata appiccicata al petto.
È il primo proiettile che ti prendi, Harvey Morgan, ed il primo proiettile non si scorda mai.
Ma non è vero: c'è anche un'altra cosa su cui riesci a focalizzarti, ed è l'immagine di Ezra Crane ridotto ad un ammasso di sangue urlante. 

Quando i muscoli si contraggono in uno spasmo non voluto, il dottor Morgan apre di nuovo gli occhi, e nota poco distante la sagoma accartocciata del proiettile che gli ha attraversato l'orgoglio prima che la spalla.

domenica 6 aprile 2014

i love the sound of you running away

Dopo averlo visto allontanare nel buio, Harvey sale sul primo taxi libero e paga la corsa due volte il suo prezzo per convincere il conducente a superare i limiti di velocità e portarlo al più presto nella silenziosa via residenziale in cui ha affittato il suo appartamento.
L'ascensore deve salire poco più di venti piani, ed i minuti trascorsi in quella scatola di metallo sono scanditi dai battiti accelerati di un cuore spaventato.
Non che sia pronto ad ammetterlo di fronte a qualcuno, se stesso compreso.
Ma non riesce a smettere di pensare alle parole di Ezra, e al modo idiota in cui l'ha provocato di proposito. Pensandoci, arrossisce. Si giustifica dicendosi che era un rischio calcolato, che spingerlo deliberatamente così vicino al precipizio della violenza era soltanto un modo meschino per conoscerlo più in fretta, un trucco da prestigiatore.
Per una strana associazione di idee, si ricorda di una volta in cui suo padre lo ha lasciato solo in un grosso centro commerciale. Quanti anni avevo?, si chiede. Cinque o sei. Col senno di poi, sa che suo padre non lo aveva davvero abbandonato: si era solo sottratto alla vista, probabilmente tenendolo d'occhio da dietro una colonna o la vetrina di un negozio vicino. Si è chiesto per anni per quale motivo Harvey Senior abbia deciso di lasciare un bambino così piccolo nella folla ostile di uno dei più grandi complessi commerciali di Manhattan. Alla fine è giunto alla conclusione che fosse semplicemente divertente, dal suo punto di vista. Divertente e rassicurante: essere indispensabile per qualcuno. Che quel qualcuno fosse un cinquenne col moccio al naso, poco importa. Un risvolto dello stress da posizione apicale. Un sintomo di una sociopatia probabilmente congenita. Whatever.
Un lieve cinguettio dell'ascensore lo avverte che la corsa è finita. Si precipita verso la porta, infila le chiavi nella toppa, e quando la serratura si rivela ancora chiusa, tira un sospiro di sollievo. La chiude a doppia mandata alle proprie spalle.
Nei quattro minuti successivi raccoglie gli ultimi taccuini dalla scrivania, e assicura i dossier dei suoi pazienti alla bocca solida e fredda di una cassaforte la cui combinazione rappresenta la trasposizione numerica del nome della figlia.
Riempie il portafoglio di denaro e fa un'ultima ispezione per le stanze per assicurarsi che sia tutto a posto: sulla soglia della camera da letto, si ferma. Le pareti sono ancora intarsiate del sangue di Ezra.

Puzzling you...

giovedì 20 febbraio 2014

# 2 - L.W.


Nome
Lars Wolfwood

Età 30

Provenienza New London

Professione Yiji

Patologie mentali Insonnia (passeggera?)

Patologie fisiche ---

Farmaci prescritti Zaleplon 4 (occasionalmente)

Possibili problematiche genetic mutation? omicida?

Dipendenze antidolorifici?

Note Ezra; reduce





sabato 15 febbraio 2014

# 1 - D.K.


Nome Daphne Kim

Età 25 circa

Provenienza New London

Professione Yiji 

Patologie mentali Insonnia

Patologie fisiche ---

Farmaci prescritti Nootropam, Zaleplon 4

Possibili problematiche genetic mutation?

Dipendenze ---

Note coldheartedness; 2 weeks after: anger (fear?)

venerdì 17 gennaio 2014

--- / stockholm syndrome

(appunti presi a mano; datati; note ed estratti da opere scientifiche di rilievo.)

Have you ever had someone who, somehow, takes over your life, pulls you in and gets you to do things that aren’t really you, that you know are wrong but you can’t help yourself? Do you have anyone like that?

martedì 7 gennaio 2014

# 0.2 / the game


La parete sulla quale rimane addossata la testiera del letto è stata vandalizzata, tutta - ogni eventuale quadro o fotografia rimossi per lasciare spazio ad uno schizzo nei toni essenziali dell'inchiostro di una biro ed in quelli più macabri di quello che Harvey scoprirà essere sangue rappreso. Poco al di sotto di esso, un'unica riga incisa con violenza nella solidità del muro: 

puzzling you is the nature of my game

venerdì 3 gennaio 2014

---

(appunti presi a mano, privi di data)

But I think that our childhood is more decisive than people generally are willing to admit.
And what happens to us later can either cast a shadow or shine a light on what's already been created - or ruined - whitin us.

giovedì 2 gennaio 2014

***

« Un uomo cerca il proprio destino e nessun altro. Volente o nolente. Qualunque uomo avesse la possibilità di scoprire il proprio fato, e pertanto scegliere un percorso opposto, alla fine arriverebbe soltanto alla medesima resa dei conti in quello stesso momento stabilito, perché il destino di ogni uomo è grande come il mondo che abita, e contiene in sé anche tutti gli opposti. »

il carro, l'eremita, il mago, il papa, gli amanti